Gli autotrasportatori piemontesi chiedono un risarcimento contro il cartello dei costruttori di camion. Domenica 13 novembre si è svolta l’assemblea generale in cui si è spiegato che gli autotrasportatori che hanno acquistato camion (nuovi o usati) con peso complessivo da 60 quintali in su tra il 1997 e il 2013, hanno la possibilità di ottenere consistenti risarcimenti dalle case costruttrici per il cartello accertato dalla Commissione Europea (i concessionari non saranno in alcun modo coinvolti).
Il 19 luglio 2016, la Commissione europea ha accertato l’esistenza di un cartello segreto tra le case costruttrici di camion iniziato nel 1997 e durato fino al 2011. Pertanto, la Fita/Cna ha stipulato un accordo di collaborazione per l’assistenza al recupero crediti da risarcimento danni che dà la possibilità alle imprese di autotrasporto interessate di poter recuperare dal 10 al 20% del prezzo pagato per l’acquisto degli autocarri, senza dover anticipare alcuna spesa legale.
Il cartello è stato posto in essere da DAF, Daimler, Iveco, MAN, Volvo/Renault e Scania. Le prime cinque società hanno ammesso la loro responsabilità in cambio di sconto della sanzione, mentre l’ultima ha rifiutato di patteggiare ed il procedimento nei suoi confronti è ancora in corso.
In particolare, il cartello riguardava i camion con peso complessivo superiore alle 6 tonnellate delle case costruttrici venduti nello Spazio Economico europeo (Italia inclusa) dal 1997 al 2013 (due anni in più nel periodo di post-cartello).
La profonda distorsione della concorrenza prodotta dal cartello ha causato un aumento dei prezzi che ha danneggiato gli acquirenti di camion. Ha diritto a chiedere il risarcimento del danno chi ha acquistato i camion sia nuovi che usati o attraverso contratto di leasing.
Gli associati di CNA Fita possono partecipare all’azione collettiva senza alcun costo anticipato. Questa azione collettiva ha come obiettivo facilitare l’accesso alla giustizia delle piccole e medie aziende e in particolare di quelle artigiane, che potrebbero non avere le competenze e le risorse per agire individualmente in un giudizio complesso per il risarcimento dei danni derivanti dalla violazione delle norme antitrust.
Lo studio legale che assiste la CNA Fita nell’iniziativa a favore degli autotrasportatori, spiega che aderendo all’azione collettiva si parteciperà alle azioni giudiziali e stragiudiziali che saranno poste in essere per ottenere il risarcimento dei danni causati dal cartello.
L’azione collettiva non sarà una class-action propriamente detta, in quanto nel nostro ordinamento questo strumento è ancora solo a disposizione dei consumatori e non degli imprenditori, ma sarà instaurato un giudizio per tutelare collettivamente l’interesse degli autotrasportatori e far ottenere a ciascuno di essi il danno effettivamente subito. Il vantaggio di un’azione collettiva risiede nella riduzione dei costi in ragione delle economie di scala, che vengono a crearsi, e nella protezione da eventuali comportamenti ritorsivi da parte delle imprese responsabili dell’illecito anticoncorrenziale, che hanno una forza economica molto maggiore rispetto ai singoli autotrasportatori.
I tempi saranno i più rapidi possibili: l’azione collettiva è già pronta per partire, in quanto l’esistenza del cartello e la partecipazione di MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF devono ritenersi definitivamente accertate, avendo queste imprese ammesso la propria responsabilità in cambio di uno sconto sulla sanzione. Prima, pertanto, si aderirà all’azione collettiva, prima si potrà ottenere il risarcimento dei danni subiti.
I soggetti interessati ad aderire all’azione collettiva possono contattare le sedi territoriali di riferimento della CNA Fita, presso cui possono firmare la convenzione per l’adesione e consegnare copia della documentazione rilevante, in particolare i documenti comprovanti acquisto, leasing, noleggio a lungo termine degli autocarri.