Il Decreto correttivo del Codice della crisi d’impresa si muove nella giusta direzione ma occorrono ulteriori interventi per migliorare l’efficacia dello strumento. È quanto emerso nel corso dell’audizione presso la Commissione Giustizia della Camera a cui hanno partecipato Confartigianato e CNA.

Confartigianato Imprese Piemonte e CNA Piemonte rilevano che da una parte lo schema di decreto correttivo rende più efficace la procedura stragiudiziale della composizione negoziata della crisi, ma occorrono ulteriori modifiche per rendere le procedure più adeguate rispetto alla dimensione d’impresa e per ridurre i costi delle misure transattive.

In particolare, Confartigianato Imprese Piemonte e CNA Piemonte ritengono che l’adozione degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili non sia applicata alle imprese individuali che non hanno l’obbligo di redazione del bilancio, e alle imprese in regime forfettario.

Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte afferma: “Per quanto riguarda gli oneri per l’adozione degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili è necessario prevedere un’agevolazione fiscale sotto forma di credito d’imposta, di ammontare inversamente proporzionale alla dimensione d’impresa: per le imprese di più piccole dimensioni il costo dell’attestazione/relazione, potrebbe diventare un onere addirittura superiore alla riduzione del debito fiscale/contributivo ottenuto grazie dalla transazione”.

Giovanni Genovesio, Presidente di CNA Piemonte, dichiara: “È necessario uniformare gli ambiti di applicazione delle misure transattive ed eliminare l’obbligo di attestazione/relazione da parte del professionista indipendente, almeno per le imprese che rientrano nell’ambito di applicazione degli ISA (ricavi inferiori a 5,164 milioni di euro l’anno). C’è inoltre la necessità di uniformare la durata delle misure protettive con quelle della composizione negoziata a 180 giorni (prorogabile di altri 180)”.

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